Le protesi, fisiche ed ideali, che ci consentono la vita, l’espressione e l’esplicarsi/ottundersi delle nostre potenzialità (dalle mani al tostapane) si ritualizzano e serializzano tramite oggetti con forme comuni, presenti nelle case di ognuno, nel corpo di ognuno, nella quotidianità di tutti. In ciascun piano di ciascun edificio si ripetono abitudini indispensabili per essere, alimentarsi, esprimersi, comunicare e replicare se stessi giorno dopo giorno.
Lo spazio di ciascuno è delimitato dagli oggetti, concreti e simbolici, che ri-costruiscono le individualità industriali e più o meno poetiche di ogni uomo-donna.
Visto dall’alto, questo ci rende tutti uguali. Visto dall’alto tutto questo fa impressione.
Lo spazio di ciascuno è delimitato dagli oggetti, concreti e simbolici, che ri-costruiscono le individualità industriali e più o meno poetiche di ogni uomo-donna.
Visto dall’alto, questo ci rende tutti uguali. Visto dall’alto tutto questo fa impressione.
“Al sicuro nella conchiglia del grattacielo, come passeggeri a bordo di un aereo con pilota automatico, erano liberi di comportarsi in qualsiasi modo volessero, di esplorare le pieghe più oscure della propria personalità. Per molti versi, il grattacielo era il perfetto modello di tutto ciò che la tecnologia aveva fatto per rendere possibile l’espressione di una psicopatologia autenticamente libera.”
J.G. Ballard
Il Condominio
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